Era l'Italia delle cartoline e del boom economico. La radio diffondeva le canzoni del festival di San Remo, la televisione di Stato i quiz di Mike Bongiorno e i giornali riferivano con dovizia di particolari le notizie di cronaca nera e di politica. Non c'era internet a quei tempi, non c'erano i computers, e gli italiani in viaggio non perdevano occasione di acquistare e inviare cartoline saluto ad amici e parenti da ogni località incontrassero sul loro tragitto. E le cartoline divennero a poco a poco un modo come un altro per imparare a riconoscere le città d'Italia attraverso una immagine che la identificasse inequivocabilmente agli occhi del mondo intero.

E a rappresentare Foggia, di cui ci apprestiamo a parlare, c'era sempre Piazza Cavour, con quegli elementi che sono diventati poi il simbolo di questa città: la fontana del Sele che sprigionava potenti getti d'acqua verso il cielo, il Pronao della Villa Comunale progettato da Luigi Oberdan nel 1820 con le sue 28 colonne in stile Tuscanico disposte in doppia fila, il Palazzo della Banca D'Italia e l'imponente Palazzo dell'Acquedotto. Un po' poco per raccontare questa città ricca di storia, crocevia di culture diverse e scambi commerciali, granaio d'Italia, capoluogo dell'omonima provincia, al centro del Tavoliere delle Puglie, a sua volta seconda pianura più grande d'Italia dopo quella Padana e che, pochi sanno, essere, con i suoi 507 Km quadrati, l'ottavo comune più grande d'Italia dopo Roma, Ravenna, Cerignola, Noto, Sassari, Monreale e Gubbio.

Piazza Cavour

Le prime cartoline apparvero nel 1924 in occasione dell'inaugurazione della Fontana del Sele, progettata dall'Ingegner Cesare Brunetti, che avvenne il 21 marzo di quello stesso  anno. La fontana fu realizzata solo per l'inaugurazione dell'Acquedotto Pugliese e sarebbe dovuta essere sostituita a breve con una fontana monumentale in bronzo e marmo che invece non fu mai realizzata permettendo a questa fontana in cemento di diventare il  simbolo di Foggia. All'epoca nelle immagini delle cartoline, con la vecchia stazione ferroviaria sullo sfondo, mancava il Palazzo dell'acquedotto che diede nuovi volumi all'immagine icona della città. L'edificio fu realizzato due anni dopo l'inaugurazione della fontana e dell'acquedotto, nel 1926 dall'ingegnere Cesare Brunetti ed ha un inconsueto stile liberty caratterizzato da due cupole a pianta ottagonale che lo rendono uno dei 3 simboli cittadini. Curiosa è la costruzione degli arredi che pur sembrando di fattura manuale sono invece prefabbricati seriali in calcestruzzo. 

Sempre in piazza Cavour, a farla da padrona, è il Pronao della Villa Comunale dal quale si accede, passando sotto al porticato, ai giardini. La villa, affidata alla progettazione dell'Ingegner Luigi Oberdan affiancato dall'Architetto De Tommaso, si ispira alla Villa Floridiana, ormai Museo, sita a Napoli nel quartiere del Vomero.

 

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